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Teoria delle ombre

Categoria

Tappeto/Rug

Data

2018

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Collezione di tappeti ispirati alla vita di un lavoratore delle miniere di Montevecchio con casa e famiglia nel paese di Guspini (SU).
Il lavoro in miniera aveva richiamato numerose genti da tutta l’Isola per via del salario sicuro e, per questo, il paese di Guspini, non esageratamente lontano dal sito di estrazione, ha vissuto un’epoca florida e fortemente legata al destino della miniera. Tutt’oggi non v’è quasi un abitante che non abbia avuto parenti minatori e, in ogni angolo, le citazioni su quella vita durissima ma che garantiva agiatezza economica – per quell’epoca di povertà diffusa – sono ovunque. Basti pensare alle associazioni dei minatori, le visite guidate alla miniera, la biblioteca con un nutrito numero di libri sul tema, i ristoranti con i minerali in bella mostra. Per questo motivo l'interesse si è focalizzato sulla vita del minatore, in quanto uomo, e non mero lavoratore: tutti i progetti frutto dello studio e della ricerca sul campo sottolineano il ricongiungimento quotidiano di un minatore con la sua famiglia.
Individuata l'abitazione appartenuta ad un minatore e la sua famiglia, ancora allo stato originale, si è proceduto con il rilievo e l'analisi delle ombre portate.
I tappeti, realizzati con materiali tradizionali, lana, orbace e seta, presentano un disegno grafico minimale, che rappresenta il momento esatto, come una istantanea, una fotografia dall’alto, l’incontro tra l’uomo e la sua famiglia davanti alla loro casa, nell’ora esatta di rientro dal lavoro in un giorno di settembre del 1930, ipotizzando una giornata di sole.
La data (1930) è stata suggerita dai racconti degli anziani locali; in quegli anni la pendolarità era vissuta in maniera estrema: due ore di cammino con qualsiasi condizione meteorologica, 10-12 ore di lavoro pesante in condizioni insalubri e, per rincasare, altre due ore di cammino, talvolta raccogliendo il fasciame per riscaldare la propria casa.
Selezionando il turno del mattino, dei tre previsti, secondo dei calcoli, il minatore faceva ritorno a casa nel tardo pomeriggio, intorno alle 17:00. Se il tempo era buono, il sole era ancora sufficientemente alto da scaldare il selciato, e le case, la maggior parte realizzate in terra cruda, dovevano apparire come un continuum di terra giallo-rossastra. Le ombre scure e definite, frastagliate, dei piccoli tetti, dovevano porgere lo spazio di refrigerio sufficiente tra il sudore dei passi, la fatica e l’ansia di arrivare. Si trattava di una routine consolidata e permeante, così come spesso accade nelle piccole comunità, scandite dalle ore di luce e buio, ma ancor di più dai tempi del lavoro.

I Caso-studio01, 02 e 03, sarà una rappresentazione del piccolo edificio esistente, individuato grazie alle associazioni e al prezioso aiuto degli abitanti locali.
Il lavoro svolto è ampio e declinato; le ombre portate del Caso-studio sono state analizzate da più punti di osservazione e hanno mostrato interessanti risultati e sviluppi futuri.
Il tappeto Caso studio_01, in particolare, descrive graficamente in grigio la casa del minatore vista dall'alto e, in nero, riporta la sua ombra portata delle ore 17:00, momento di ricongiungimento con la famiglia.
L’ombra portata del “Caso studio_01” è un elemento caratterizzante: "sovrascritta" da delle frange nere, tipiche degli scialli femminili della tradizione sarda; rappresentano l’ombra nella sua dinamicità e, non essendo né frange né ombre mai statiche, si riferiscono all’illusione che il minatore potesse rincasare anche ad altri orari a suo piacimento. In realtà la campitura nera sottostante svela l’ora esatta del ritorno, ricordando invece la rigidità di come erano scanditi i tempi della loro giornata.

La forma dell’architettura individuata ha una forma inusuale, straordinaria: dall’alto pare una pietra. Pensare che la casa appartenuta ad un minatore abbia la forma di un minerale sa di incredibile.

Bibliografia:
Identità di un paese / Tarcisio Agus, Gian Paolo Pusceddu / ed. Editrice S´Alvure
Montevecchio: miniera di blenda, galena, storia di uomini / Iride Peis Concas / ed. Editrice S´Alvure
La mia vita in miniera a Montevecchio / Serafino Leo / ed. Fiore edizioni
Guspini: cronistoria e immagini / Tarcisio Agus, Claretta Lampis; prefazione di Raimondo Zucca / ed. 3T
Gente di miniera / Dario Coletti / ed. Poliedro
Tessitura di Sardegna / I.s.o.l.a. – istituto sardo organizzazioni lavoro artigiano / Artigianato Sardegna
Arte sarda / G.V. Arata, G. Biasi/ ed. Carlo Delfino
Arte tessile in Sardegna – Simboli e ornati / Paolo Loddo / ed. Carlo Delfino
Artigianato in mostra – Quarant’anni di storia economica e sociale I.s.o.l.a. 1957-1997 / Marco Marini / ed. Sole
Tessuti – tradizione e innovazione della tessitura in Sardegna / ed. Ilisso

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Freely inspired by the life of a worker from Montevecchio's mines, I projected a carpet who want to tell a story about his home and family, based in the small town of Guspini (SU). The work in the mine had attracted numerous people from all over the island because of the safe wages and, for this reason, the town of Guspini, not excessively far from the extraction site, experienced a flourishing epoch strongly linked to the fate of the mine. Even today there is hardly a resident who has not had mining relatives and, in every corner, the quotes on that very hard life but which guaranteed economic ease - for that era of widespread poverty - are everywhere. Just think of the miners' associations, guided visits to the mine, the library with a large number of books on the subject, the restaurants with minerals on display. For this reason I decided to tell a moment in the life of a miner, as a man, and not a worker: I wanted to emphasize his daily reunion with the family. So I imagined a carpet that with its simple and almost didactic features represents that exact moment, like a snapshot from above, a photograph of the meeting between the man and his family in front of their home, at the exact time returning from work on a September 1930 day, assuming a sunny day. The date (1930) was suggested by the stories of the local elders; in those years the commuting was experienced in an extreme way: two hours of walking in any weather condition, 10-12 hours of heavy work in unhealthy conditions and, to come home, another two hours of walking, sometimes gathering the plating to heat your home . By selecting the morning shift, of the three scheduled, according to my calculations, the miner returned home in the late afternoon, around 17:00. If the weather was good, the sun was still high enough to warm the pavement, and the houses, most of which were made of raw earth, had to appear as a continuum of reddish-yellow earth. The dark and defined, jagged shadows of the small roofs had to provide enough space for the sweat of the steps, the effort, the anxiety of arriving. It was a consolidated and permeating routine, as often happens in small communities, marked by the hours of light and dark, but even more so by the times of work.

*Project for art residency "Memory Remix" in Casa Terra, Guspini (SU) curator: Francesca Sassu per Nocefresca

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